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I TUOI GIOIELLI SONO MERAVIGLIOSI

 

Oggi il Marchio DiValenza ti svela 5 semplici trucchi per ottenere il massimo dalla tua campagna pubblicitaria. I tuoi gioielli sono bellissimi ? E’ ora di farli apprezzare dai tuoi potenziali clienti. Come? Vieni con il Marchio DiValenza alla scoperta del mondo dorato della pubblicità del gioiello.  Attenzione: non è tutto oro ciò che luccica  

 

1. La pubblicità è lo “strumento” per reagire a una contrazione delle vendite o a un calo di fatturato ?

La risposta è NI: la pubblicità da sola non vive. Le persone non credono alla pubblicità e non le credono soprattutto quando questa cerca di convincerle ad acquistare un bene che a livello latente, non è già nella testa  del consumatore (Siamo sicuri che i consumatori conoscano i gioielli realizzati a mano nel distretto orafo DiValenza?).

La pubblicità può rendere un buon servizio alle aziende solo dopo che le pubbliche relazioni e le attività di marketing hanno creato il brand, ossia hanno creato nelle persone il desiderio di possedere quel determinato bene perché ne conoscono già le caratteristiche e le qualità (un gioiello realizzato nel distretto orafo DiValenza è unico, ma i consumatori lo sanno?).

La pubblicità è efficace quando si comunica il messaggio ad un pubblico in TARGET, ossia si comunica ad un pubblico interessato ad acquistare o almeno propenso ad ascoltare la tua offerta. Tutto questo significa che il messaggio pubblicitario, per sortire gli effetti per cui è diffuso, deve lavorare su un terreno “amico” ossia deve esserci stata un’azione di marketing precedente che ha intercettato tua clientela ideale, ne ha tracciato l’identikit e ne ha fatto nascere un desiderio o un’esigenza alla quale tu, imprenditore, puoi soddisfare in modo certo, efficiente ed adeguato (siamo sicuri che il distretto orafo DiValenza ha raggiunto il target di clientela che è interessata ad acquistare un gioiello "Made in Italy" e soprattutto "Made in Valenza"?).

 

2. Perché si investe in pubblicità? L'unico scopo è quello di aumentare le vendite o c'è dell'altro?

La risposta ovvia: “Certo, si investe denaro in pubblicità perché in questo modo si aumenta il volume delle vendite” . Purtroppo una pubblicità che non sia preceduta da una campagna relazionale corretta come illustrato nel punto precedente determinerà forse, un piccolo incremento nelle vendite, ma non costituirà la risposta che l’imprenditore si attendeva dalla campagna pubblicitaria.(Siamo sicuri che i consumatori, prima di ricevere la pubblicità abbiano nella testa i gioielli realizzati a mano nel distretto orafo DiValenza?).

La verità è che mentre gli imprenditori pensano di investire in pubblicità  per far conoscere la propria azienda, le persone, ovvero i potenziali clienti, odiano la pubblicità. Ognuno di noi oggigiorno è bombardato quotidianamente da messaggi pubblicitari. Il cervello umano per difendersi da questo continuo flusso di informazioni erige un “muro dell’attenzione”, nel senso che non fa notare alla persona gli annunci ai quali quest’ultima non sia già interessata.

3. Ma allora perché si dice che la “pubblicità è l’anima del commercio” ?

Ragioniamo. Proviamo ad immaginare cosa succede a noi stessi in veste di potenziale cliente: ogni giorno riceviamo centinaia di proposte commerciali attraverso i media (online, offline, giornali e TV). Ma voi veramente ascoltate e correlativamente sentite ciò che ogni messaggio vi racconta? Vi fermate a riflettere se la proposta dell’azienda “tal dei tali” è conveniente? Oppure tirate dritto senza nemmeno farci caso, cambiando canale, girando pagina o schiacciando una X sul display ?

Semplicemente, è il nostro cervello che ci protegge. Questa funzione si chiama “attenzione selettiva”. La nostra mente registra inconsciamente le informazioni e se non le ritiene importanti per Noi,  non le sottopone alla nostra attenzione vigile né al nostro giudizio di merito.

4. Chi ascolta davvero il tuo messaggio pubblicitario ?

Il discorso che abbiamo fatto in prima persona vale nello stesso identico modo per le persone alle quali Noi vorremmo comunicare la nostra offerta commerciale quindi la risposta alla domanda è la seguente: ascoltano il messaggio pubblicitario solo quelle persone che hanno, almeno in forma latente, la necessità di acquistare il nostro bene o servizio. La conoscenza è latente; le attività di marketing e le comunicazioni relazionali che hanno preceduto la campagna pubblicitaria sono riuscite ad entrare nell’anima del consumatore; quest’ultimo ha apprezzato il bene servizio che Noi proponiamo in vendita ed ora, con la nostra campagna marketing siamo pronto per accendere il desiderio di acquistare il bene/servizio. Giunti a questo stadio le persone sono sufficientemente ricettive e sono predisposte ad usare il modello di business che Noi proponi loro. (Siamo sicuri che i consumatori, prima di ricevere la pubblicità abbiano nella testa i gioielli realizzati a mano nel distretto orafo DiValenza?)

5. Cosa è davvero importante sapere in tutto questo circo mediatico di pubblicità marketing e relazioni?

È necessario capire quali sono i Nostri clienti ossia occorre studiare il target di persone che può avere interesse ad acquistare il nostro bene per comprendere se la nostra pubblicità fornisce al  potenziale cliente una ragione valida all’acquisto. Occorre portare alle persone giuste, ossia al Nostro target, le motivazioni che i nostri concorrenti non sono stati in grado di fornire/spiegare (qualità, prezzo, scelta ecc.).

Non occorre essere i migliori assoluti in termini di qualità/prezzo/tempi, bensì occorre essere i più bravi a rendere desiderabile il nostro prodotto: Prima facciamo conoscere i gioielli realizzati a mano nel distretto orafo DiValenza e poi vendiamoli attraverso la pubblicità. Il contrario non funziona.